La fermentazione è una tecnica antichissima di lavorazione del cibo le cui origini si perdono nella notte dei tempi, eredità di culture sagge e millenarie che ne avevano compreso l’enorme valore, oggi verificato e codificato dalla comunità scientifica.

Si tratta di un fenomeno del tutto naturale che consiste nell’azione combinata di microrganismi, i cosiddetti fermenti. Questi innescano una sorta di predigestione scomponendo alcune sostanze (come zuccheri e proteine), migliorandone così la digeribilità e l’assimilazione e arricchendo il potere nutrizionale degli alimenti. Inoltre, grazie proprio all’attività dei microrganismi, questi assumono un aroma e un gusto più intenso, ricco e caratteristico.

 

 

Una delle proprietà dei cibi fermentati è quella di stimolare la flora batterica intestinale.

Si stima che nel nostro intestino vivano in media dalle 500 alle 1000 specie di batteri «buoni», che rappresentano il cosiddetto microbioma, nonché un punto cruciale per un metabolismo efficiente.

Le funzioni che questi svolgono sono molteplici:

  • Contrastano la proliferazione dei batteri patogeni
  • Regolano l’assorbimento di nutrienti
  • Regolano la produzione di vitamine (vitamine del gruppo B e in particolare la B12, vitamina K e vitamina, la cui degradazione è rallentata dall’anidride carbonica anch’essa prodotta dai batteri)
  • Producono acidi grassi a corta catena (PUFA), come l’acido acetico, propionico, butirrico, che danno energia alle cellule intestinali.
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